L’invecchiamento del Rum seconda parte
L’invecchiamento del Rum seconda parte
Continuiamo il nostro percorso intorno all’invecchiamento del Rum. In questo articolo vogliamo chiarire quanto sia importante la “base di partenza” ovvero il nostro Rum bianco (non ancora invecchiato) sul risultato finale dopo il nostro invecchiamento. Infine faremo alcuni cenni a numeri e sistemi di invecchiamento tipici in questo mondo.
Perché è importante la base di partenza
Per coloro che non ci seguono è importante aver letto almeno il nostro precedente articolo “Bevanda Spiritosa o Acquavite?” soprattutto nella parte finale dove introduciamo il concetto semplificato dei congeneri.
Riassumendo e semplificando molto, abbiamo bene chiaro che tutto il nostro “corredo aromatico-olfattivo-gustativo” del nostro distillato di partenza è legato ai “congeneri” che si sono sviluppati durante la fermentazione.
Il resto del nostro liquido è alcol (vari alcol) ed acqua.
E abbiamo spiegato che, indipendentemente dalla qualità dei “congeneri” sviluppati, sicuramente un distillato con un quantitativo maggiore di “congeneri” sarà più “saporito”.
Va altresì ricordato che a volte un elevato quantitativo di “congeneri” non sempre è sinonimo di maggiore qualità del prodotto, anche perché vi potrebbero essere degli aromi che magari a tanti risultano sgradevoli.
Ma lasciando da parte per un momento questo discorso che meriterebbe un articolo a parte, diciamo che una buona fermentazione e successiva buona e curata distillazione produrrà un bel corredo aromatico e quindi un ottimo Rum di base.
Beh, ma allora perché il Rum bianco non lo beve nessuno liscio? O comunque in pochi?
Semplicemente perché sul mercato vi sono moltissimi rum bianchi che non hanno nulla a che vedere con una buona fermentazione e ancora meno successiva buona e curata distillazione. Si tratta di prodotti molto spesso quasi completamente “privi di congeneri” e quindi privi di sapore, ove è presente solamente la nota pungente alcolica e basta. Questo permette però di avere un prodotto molto economico. Ed aggiungo, se poi tanto viene mescolato dai barman in drink con altri 5 o 6 ingredienti che ne coprono il sapore, il problema dove sta?
Per fortuna negli ultimi anni le cose stanno cambiando molto ed oggi si approccia anche all’assaggio di Rum bianco liscio oppure miscelato in modo semplice per esaltarne il corredo aromatico.
Il contatto con la botte
Ma cosa c’entra tutto questo con l’invecchiamento del Rum?
C’entra e molto. Per capirlo in modo approfondito servirebbe un corso. Ma per adesso fermiamoci a riflettere sulle seguenti 2 domande:
- Cosa succede ad un Rum “ricco di congeneri” quando viene messo all’interno della botte?
- Cosa succede invece ad un Rum “privo di congeneri” quando viene messo all’interno della botte?
La risposta alla prima domanda è un trattato sull’invecchiamento del Rum e sulle sue innumerevoli sfumature che ne determinano il motivo per cui sia forse il distillato più affascinante. Mi soffermo solamente a far notare che se la base di partenza è un ottimo Rum saporito, forse anche un invecchiamento non lungo anche di pochi anni può generare dei prodotti straordinari.
In questo articolo invece risponderemo alla seconda domanda anche se in realtà non c’è da rispondere molto, perché succede veramente poco, ed è per questo che spesso questa tipologia di prodotti non entra nemmeno dentro una botte, e magicamente riappare bello scuro in bottiglia su uno scaffale.
Lascio a voi lettori le riflessioni.